Giuliano Briganti

Pietro Fabris

Pietro Fabris
attivo a Napoli tra il 1756 e il 1792
 
Ferdinando IV al ritorno dalla caccia scopre alcune lavandaie sulla sponda del fiume
tempera su carta, mm 550 x 790
 
Provenienza: Roma, Cesare Canessa; collezione Aldo Briganti
 
Inedito
 
 
Ferdinando IV (Napoli 1751-1825) è stato re di Napoli dal 1759 al 1825 con due intervalli: il 1799 (l’anno della Repubblica napoletana) e il decennio tra il 1806 e il 1815 (il decennio francese).  Dal 1815 assume il nome di Ferdinando I, Re delle due Sicilie.
Il titolo di questa tempera nasce dall’iscrizione posta sulla cornice originaria, ora perduta.
L’opera raffigura un gruppo di donne, lavandaie, intente a lavare i panni lungo il fiume accompagnate dai loro figli. In secondo piano a sinistra, in alto, un piccolo gruppo di nobiluomini a cavallo avanza verso il bosco e guarda, incuriosito, le giovani. La scena si può confrontare con le tante opere note di Pietro Fabris, artista che Giuliano Briganti amava e conosceva molto bene per averne pubblicato fin dal 1969 un quadro firmato e datato 1761, l’Imbarco di Carlo di Borbone dalla Darsena, nel suo volume I Vedutisti, e soprattutto per aver scritto, qualche anno dopo, nel 1985, la premessa alla riedizione del famoso testo del diplomatico e archeologo inglese William Hamilton (1730-1803), Campi Phlegraei, illustrato proprio da Pietro Fabris.
Della vita di Pietro Fabris non sappiamo ancora oggi granchè nonostante le numerose ricerche condotte sull’artista negli ultimi decenni. Neppure la documentazione d’archivio pubblicata recentemente da Émilie Beck Saiello, che ci racconta le relazioni del pittore con altri artisti suoi contemporanei come Antonio Joli e Pierre Jacques Volaire, ha offerto contributi determinanti alla conoscenza della sua biografia (E.Beck-Saiello, Pietro Fabris: dieci anni di attività napoletana. Alcuni documenti inediti, in “Napoli Nobilissima”, 2 V serie, IX, 2008, pp.76-88). Non conosciamo né la data né il luogo di nascita di Pietro Fabris, neppure il luogo e l’anno di morte. Quindi resta ancora molto da fare. Viceversa sono note numerose opere del pittore firmate e datate. Si riferiscono appunto agli anni tra il 1756 e il 1792. E’ caduta anche l’ipotesi di una sua origine inglese, da lui stesso dichiarata in alcune opere e, implicitamente, suggerita da William Hamilton che, nel testo dei Campi Phlegraei, lo riconosceva come suo connazionale.
Il pittore è noto soprattutto come autore di vedute con scene di vita popolare o episodi della vita di corte, ma fu anche, seppure raramente, autore di dipinti di soggetto sacro come documentano le due tele raffiguranti San Francesco e Sant’Antonio nella chiesa di Santa Chiara a Bari (Nicola Spinosa, Leonardo di Mauro, Vedute napoletane del Settecento, Napoli 1996 pp.106-116, 200-201, 205, 288-295).
La voce più completa sulla vita e l’opera di Pietro Fabris è quella 
scritta da Roberto Middione per il Dizionario Biografico degli Italiani del 1993 (pp.787-789).
 
 
Laura Laureati
 
Ottobre 2017