Giuliano Briganti

Francesco Antonio Simonini

Francesco Antonio Simonini
Parma 1686 - 1766
 
1. Prima della battaglia
matita, penna e acquarello su carta, mm 290 x 433 
 
2. Battaglia
matita, penna e acquarello su carta, mm 290 x 433
 
Inediti
 
Questi due disegni, pendant, del parmense Francesco Antonio Simonini, assai noto soprattutto come battaglista, provengono, con ogni probabilità, dalla raccolta del padre di Giuliano, Aldo Briganti. Nella collezione di famiglia doveva trovarsi anche un dipinto ad olio dello stesso pittore poiché nel 1966 Sylvie Beguin lo pubblicava, come opera conservata nella “collezione Giuliano Briganti”, in “Arte Veneta” (Notes sur Francesco Simonini, in “Arte Veneta”, XX, 1966 pp.282-285, in particolare p.283 fig.343 e p.284). Il dipinto, descritto dalla studiosa francese come “scena di guerra”, raffigura piuttosto una Sosta di cavalieri.
Del secondo disegno, la vera e propria Battaglia, esiste un’altra versione, venduta da Sotheby’s a Londra (2 luglio 1990 n.148), pressoché identica nelle dimensioni (mm 293 x 437) e nella composizione, ma tecnicamente più completa (illustrazione di confronto). Recava in basso a destra la scritta, di collezione, “di Simonini”, e, a sinistra, un timbro della raccolta di provenienza con la lettera A inserita in un tondo. Questo timbro non è stato identificato neppure da Frits Lugt che pur lo segnala nel suo prezioso volume (Les marques de collections, Amsterdam 1921 p.11). Nel catalogo di vendita di Sotheby’s (p.122) è indicata invece una provenienza, come da timbro di collezione, dalla collezione di Nicos Dhikeos. In questa seconda versione (nota solo dalla fotografia del catalogo d’asta e dalla stessa foto conservata nella Fototeca della Bibliotheca Hertziana di Roma) l’uso dell’inchiostro e dell’acquarello è molto più significativo. La fortezza stessa che, nel disegno della collezione Briganti, è appena visibile sulla sinistra, appare, invece, in questo esemplare, di provenienza inglese, molto in evidenza ed è descritta nei particolari. 
Il primo saggio dedicato al Simonini e alla sua attività grafica risale al 1930 e fu scritto da Giuseppe Delogu per “Dedalo” (Disegni di Francesco Simonini a Venezia, in “Dedalo”, XI, 1931 pp.827-840).
Nel 1969 Edward L. Holt ha pubblicato un gruppo di sei disegni di battaglie di Francesco Antonio Simonini molto simili a questi due della collezione Briganti (Edward l. Holt, Francesco Simonini: six newly identified drawings, in “Apollo”, XC, 1969 pp.67-70).
Recentemente (2008) Maurizio Zecchini ha condotto un’indagine documentaria sulla travagliata attività professionale di Francesco Antonio Simonini. Questo lavoro gli ha permesso di precisare sia la data di nascita del battaglista che la cronologia dei suoi diversi spostamenti tra Parma, Bologna, Venezia e Firenze. Lo studioso ha preso in esame i documenti di uno dei committenti più fedeli all’artista, il comandante senese Muzio Piccolomini. Accanto alla committenza senese lo Zecchini ha esaminato anche quella veneziana del maresciallo Johann Matthias von der Schulenburg per il quale Simonini ha lavorato nel corso degli anni Trenta del Settecento. Nell’Inventario Generale della Galleria del maresciallo, firmato il 30 giugno 1741 dallo stesso Simonini e da Giovanni Battista Piazzetta, sono elencati sedici dipinti di Simonini: tredici Battaglie, un Porto di mare e due Paesaggi. All’esame dei documenti Maurizio Zecchini unisce anche la pubblicazione di numerosi dipinti e disegni eseguiti soprattutto per il committente senese (Maurizio Zecchini, La vita di Francesco Antonio Simonini nelle carte di Muzio Piccolomini, in “Paragone” LIX, 2008, 3, 79, pp.15-58). 
La vita del pittore, specialista in dipinti di battaglie, fu molto movimentata poiché, sempre sprovvisto di denaro, era costretto a continui trasferimenti alla ricerca di nuovi committenti spinto anche dalla necessità di sfuggire ai numerosi creditori. Dal 1731 e, almeno fino al 1748, Francesco Antonio Simonini lavorò prevalentemente a Venezia. A partire dall’inizio dell’anno successivo fu al servizio dell’influente marchese fiorentino Andrea Gerini e visse dunque a Firenze. Nel capoluogo toscano tra i suoi committenti e sostenitori lo Zucchini ricorda il procaccia Landini, uomo di fiducia del marchese Gerini, per il quale Simonini avrebbe eseguito centinaia di disegni, come testimonia una lettera da Venezia del 1754/55 di Luca de Braù, agente del Piccolomini nella città lagunare. Non è dunque improbabile che anche questo possa provenire proprio da quella collezione.
 
Laura Laureati
febbraio 2016