Giuliano Briganti

Annibale Carracci

Bologna 1560 – Roma 1609

La vestale Tuccia in un paesaggio

Penna e inchiostro bruno su carta, mm. 309x224
 
In basso a destra, marca della collezione di Lord Francis Egerton, 1st Earl of Ellesmere
 
Provenienza:  Brunet; Narcisse Révil (Lugt 2138); Sir Thomas Lawrence (Lugt 2445); Lord Francis Egerton, poi 1st Earl of Ellesmere (Lugt 2710 b); Londra, Sotheby’s, 11 luglio 1972, n. 62.
 
Esposizioni: The Lawrence Gallery. Sixth Exhibition. A Catalogue of One-Hundred Original Drawings by Lodovico, Agostino and Annibale Carracci collected by Sir Thomas Lawrence, late President of the Royal Academy… Londra 1836, n. 28.
The Carracci: Drawings and Paintings, King’s College, Newcastle upon Tyne 1961, n. 79.
 
Bibliografia:
The Lawrence Gallery. Sixth Exhibition. A Catalogue of One-Hundred Original Drawings by Lodovico, Agostino and Annibale Carracci collected by Sir Thomas Lawrence, late President of the Royal Academy… Londra 1836, p. 15 n. 28.
Catalogue of the Ellesmere Collection of Drawings at Bridgewater House, Londra 1898, n. 105.
Peter Tomory, The Ellesmere Collection of Old Master Drawings, Leicester Museum and Art Gallery, 1954, p. 24, n. 58.
Ralph Holland, The Carracci: Drawings and Paintings. Catalogo della mostra, King’s College, Newcastle upon Tyne, 1961, n. 79 e tav. XXVI.
Catalogue of the Ellesmere Collection of Drawings by the Carracci and other Bolognese Masters collected by Sir Thomas Lawrence, Londra, Sotheby’s, 11 luglio 1972, p. 137, n. 62.
 
 
Presentato come opera di Agostino nel catalogo dei disegni dei Carracci appartenuti a Sir Thomas Lawrence, curato da Samuel Woodburn nel 1836, il foglio entrò sotto questo nome nella raccolta di lord Francis Egerton (1810-1857) che in quell’occasione acquistò l’intero gruppo presentato da Woodburne e altri sessanta fogli non esposti, donati in seguito all’Ashmolean Museum.
Concessa al museo di Leicester per una mostra di lunga durata, la straordinaria raccolta fu nuovamente catalogata da Peter Tomory che trasferì il nostro disegno al catalogo di Annibale Carracci: un’attribuzione accettata con qualche riserva da Ralph Holland in occasione di una nuova mostra nel 1961, ma decisamente confermata nel catalogo della vendita della collezione Ellesmere organizzata da Sotheby’s nel 1972 e mai messa in discussione da quanti si sono occupati della grafica dei Carracci.
Riconosciamo Annibale nel tratteggio ampio e veloce, più libero del segno preciso di Agostino ma non per questo meno efficace, che con rapide linee parallele all’interno di un contorno sfrangiato suggerisce la chioma dell’albero, come in un foglio all’Albertina di Vienna (n. 2190, dalla collezione Jabach), e in primo piano accenna la vegetazione frammista a sassi che incornicia la scena. Per quest’ultimo dettaglio appare puntuale, fra tanti, il confronto con il Paesaggio pastorale con tre figure (Oxford, Ashmolean, cat. 165) inciso nel Recueil Jabach e poi probabilmente nelle collezioni reali francesi, databile circa 1600 (Mostra dei Carracci. I Disegni, Bologna 1956, n. 244, pp. 164-65, fig. 115; Stephen Michael Bailey, Carracci landscape studies: the drawings related to the Recueil  de 283 Estampes de Jabach…. Ph. D. Diss. University of California, Santa Barbara (1993) 1995, II, pp. 552-53, n. 172 a).
 Ulteriori confronti sono possibili con gli studi di paesaggio tracciati in una serie di fogli agli Uffizi (per cui si veda il catalogo della Mostra dei disegni italiani di paesaggio del Seicento e del Settecento, Firenze 1973 (a cura di Marco Chiarini), in particolare i numeri 9, 10, 11), e infine con un bellissimo studio di albero in raccolta privata statunitense, illustre anche per la sua provenienza dalle collezioni di Pierre Crozat e di Pierre-Jean Mariette.
Nel presentarlo nel catalogo della mostra Drawn to Excellence. Renaissance to Romantic Drawings from a Private Collection (Smith College Museum of Art, Northampton, Massachussets, 2012-2013, pp. 38-41, n. 33), Nicholas Turner (che ringrazio per aver suggerito il confronto con il foglio già Ellesmere) sottolineava la sicurezza del tratteggio che, con diversa intensità luminosa, definisce l’andamento del tronco nodoso e il ritmo fluttuante delle foglie. Osservando la persistente influenza della tradizione veneziana del Cinquecento, Turner datava il disegno nel primo tempo romano di Annibale, circa 1595-1600, un’indicazione che suggerisce di estendere anche al foglio qui esaminato.
Contrariamente alla maggioranza dei paesaggi di Annibale, animati da minute presenze feriali schizzate rapidamente, il nostro foglio si caratterizza per la presenza di una importante figura femminile vista di spalle, colta nel rapido volgere del capo mentre incede, recando un setaccio.
Descritta in un primo tempo come seminatrice, fu poi identificata su suggerimento di Rudolf Wittkover con la vestale Tuccia, costretta a dimostrare la propria verginità recando in un setaccio l’acqua del Tevere fino al tempio di Vesta:  un tema relativamente inusuale tratto da Valerio Massimo (VIII, 1, 5) e raffigurato anticamente su gemme incise che, attraverso Fulvio Orsini, Annibale Carracci poteva aver visto nei suoi primi anni romani a palazzo Farnese, probabile epoca di esecuzione del nostro disegno.
Di impianto monumentale e accuratamente ombreggiata nelle pieghe del panneggio, la figura femminile è stata accostata, per la verità in modo poco convincente, alle Arti per le vie di Bologna; essa ci mostra in realtà come Annibale rileggesse sul vero i modelli classici: se infatti prescindiamo dagli attributi, vediamo infatti uno studio di moto contrapposto che l’artista utilizzerà in diverse occasioni, ad esempio nella affascinante personificazione della vita mondana nell’Ercole al bivio dipinto in quello stesso giro di anni per il soffitto del Camerino Farnese.
 
Una copia antica del disegno, conservata nella Graphische Sammlung di Monaco (inv. 2809) è stata pubblicata da E. Feinblatt (Notes on some Bolognese Drawings, in “Master Drawings” XIV, 1976, 3, pp. 275-76, figg. 8 e 9) insieme a una litografia di Ferdinand Piloty che la riproduce nel catalogo illustrato delle collezioni reali bavaresi, con l’attribuzione ad Agostino o a Ludovico Carracci.
 
 
Ludovica Trezzani
Febbraio 2016