Giuliano Briganti

Francesco Solimena

Canale di Serino, Avellino 1657 – Barra, Napoli 1747

Trionfo di Aurora
[o La dea Aurora va incontro al giorno]
Penna e acquarello grigio su carta, mm 240 x 190

Datazione: 1719-1720

Inedito
 
Questo Trionfo di Aurora è il disegno preparatorio, inedito, del dipinto eseguito nel 1720 da Francesco Solimena per il principe elettore di Magonza Lothar Franz von Schönborn e conservato ancora oggi nella collezione del conte del conte di Schönborn, nel castello Weissenstein a Pommersfelden, in Franconia, vicino Bamberga (inv. n. 544: olio su tela, cm 150 x 127).
Nel 1994 Ferdinando Bologna ha pubblicato un altro disegno, da lui attribuito a Francesco Solimena, conservato in una collezione privata ad Aversa, preparatorio, a suo avviso, per il Trionfo dell’Aurora di Pommersfelden (Ferdinando Bologna, Solimena e gli altri, durante il viceregno austriaco, in Settecento napoletano. Sulle ali dell’aquila imperiale 1703-1734, catalogo della mostra a cura di Wolfgang Prohaska e Nicola Spinosa, Napoli 1994 p. 68 e ill. a p.73). Confrontando i due disegni semplicemente su base fotografica, questo della collezione Briganti, acquerellato, è molto libero nella resa delle figure, mentre quello di Aversa, eseguito a penna, appare piuttosto meccanico nell’esecuzione.
Sia Pellegrino Antonio Orlandi, nell’edizione del 1733 de L’Abecedario pittorico dedicata a Francesco Solimena, che Bernardo de Dominici, nelle sue Vite de’ pittori del 1742, pubblicano parte della corrispondenza tra il pittore e il committente, Lothar Franz, Elettore di Magonza, relativa alla commissione e all’esecuzione del dipinto raffigurante il Trionfo dell’Aurora (Pellegrino Antonio Orlandi, L’Abecedario Pittorico dall’autor ristampato, corretto, ed accresciuto di molti professori, e di altre notizie spettanti alla pittura, ed in quest’ultima impressione con nuova, e copiosa aggiunta di alcuni altri professori. All’Illustrissimo Signore il Signor Cavaliere D. Francesco Solimena, Napoli 1733 senza numero delle pagine; Bernardo de Dominici, Vite de’ pittori, scultori ed architetti napoletani, edizione commentata a cura di Fiorella Sricchia Santoro e Andrea Zezza, Napoli (1742) 2008, 3, II pp.1138-1140 e note 69-71). Nel 1955 Max H. von Freeden ha pubblicato alcune lettere del 1719 scambiate tra Christian von Gudens e Lothar Franz nelle quali si parla del conte Daun, allora, per la seconda volta vicerè di Napoli, e del Solimena (Quellen zur Geschichte des Barocks in Franken unter dem Einfluss des Hauses Scönborn. 1. Teil. Die Zeit des Erzbischofs Lothar Franz und des Bischofs Johann Philipp Franz von Schönborn 1693-1729, II, Würzburg 1955, II pp.513-515 e 631). Nel 2011 Annette Hojer ha pubblicato l’intero carteggio che, tra il 20 agosto 1720 e il 6 dicembre 1721, coinvolse il committente e l’artista (Annette Hojer, Francesco Solimena 1657-1747 Malerfürst und Unternehmer, München 2011 pp. 61 - 65 e 169 - 174).
Bernardo de Dominici (1742 ed. 2008, 3, II pp.1138-1140 e note 69-71) nel 1742 raccontava l’intera vicenda della commissione e pubblicava di nuovo, seguendo Pellegrino Orlandi, la lettera del 27 agosto 1720 in cui l’Elettore di Magonza, all’arrivo del quadro, ringraziava Francesco Solimena. Il biografo napoletano, nella Vita del Solimena, scriveva: ”Ma facendo punto all’opere che veggonsi in varii luoghi d’Italia, fie bene rammentare i bellissimi quadri da lui dipinti a varii principali personaggi della Germania; e primieramente devesi far menzione del bel quadro dell’Aurora dipinto al serenissimo elettor di Magonza, avendola finta in atto di essere abbigliata dall’Ore compagne, nel mentrecché da varii amorini se gli prepara il carro che si vede tra le nuvole più lontane, assistendovi l’Ore, e i Momenti in forma di giovanetti con ali di farfalle, e nel basso vedesi il letto sul quale in un bellissimo scorcio è la figura del vecchio Titone, che sorgendo si rivolge alla moglie, difendendosi con la sinistra dalla di lei luce, nel mentreché col destro braccio appoggiato sul letto fa forza di sollevarsi da quello. A sinistra è la Fatiga ignuda in piedi, e con musicali istrumenti si dimostra pronta al diurno lavoro. A diritta del quadro vedesi il Sonno che cade dal letto, e l’Ore notturne veggonsi poste in fuga al comparir dell’Aurora. Fu tanto il contento di quel principe nel ricevere questo quadro che volle darne segni di gradimento al nostro pittore con la seguente lettera:
Al Molto Illustre Signore il Signor Don Francesco Abate Solimena/ Napoli./ Carissimo Signore:/ Fra tutti li famosi dell’arte pittoresca vien ingioiellata la mia galleria con un tesoro che, per mezzo del fu Generale Barone di Vuezel di preziosa memoria, mi giunse jeri l’altro dall’impareggiabile pennello di Vostra Signoria Illustrissima nel bellissimo quadro rappresentante l’Aurora, d’invenzione, di ordinanza, e di concetto senza pari. Questo parto veramente degno del sublime suo ingegno riconoscerò sempre come dono del suo gran merito, che attira l’animo di qualunque amatore e buon intendente, coll’universale aggradi- mento nell’ammirare opera tanto perfetta che costituisce una nobile ed erudita corona alle rare e stimatissime sue virtù; laonde distinti sono e vivissimi i ringraziamenti che a Vostra Signoria Illustrissima ne rendo, assicurandola che più riguardo questa gioja di pittura, più io la ritrovo unita al sommo mio contento. Attribuisca Vostra Signoria Illustrissima a se stessa, ed alle rare sue qualità, se colle presenti mie anche affettuosamente la priego di favorirmi d’un sì nobile compagno, per far risplendere più la mia galleria, benechè onorata da altri famosi autori d’Italia, sì moderni che antichi, ma contuttociò nessuno tra di loro più approssimante al mio genio e gusto, come quello di cui mi sento dalle virtuosissime sue mani consolato; sperando dunque dall’animo suo gentile che si compiacerà di appagare l’ardente mia brama, le mando qui giunta la misura del suo quadro trasmesso, ed attribuirò al particolare suo affetto, per impulso di cui Vostra Signoria Illustrissima vorrà favorirmi del sospirato compagno, che nel riflesso dell’avanzata mia età ambisco tanto più, sì per la stima parzialissima che farò sempre delle rare opere sue, sì che verranno da me riconosciute con regalo proporzionato al suo gran merito; e desideroso sempre di poter contribuire in qualunque occorrenza alle bramate sue soddisfazioni, mi confirmo per sempre/ Di Vostra Signoria Illustrissima Magonza li 27 agosto 1720
Al Signor Abate Solimena/ Affezionatissimo Lotario Francesco Elettore di Magonza
Fiorella Sricchia Santoro nella nota al testo di Bernardo de Dominici (2008 nota 69 a pp.1138-1139) scrive che Lothar Franz von Schönborn, principe elettore di Magonza entra in relazione con Francesco Solimena attraverso il generale Johann Adam von Wetzel. Questi, che muore a Napoli nel 1720, era giunto nella città fin dal 1707, al seguito del viceré conte Wirich Philipp Daun. Il conte Daun era stato vicerè di Napoli, per la prima volta, nel 1707-1708 e, una seconda volta, tra il 1713 e il 1719. Il Solimena stesso indica il generale von Wetzel come mezzano della commissione dell’Aurora [Max H. von Freeden 1955; Salvatore Pisani, Uno sconosciuto committente di Francesco Solimena a Vienna, in “Paragone”, XLIX, 1998, 581, pp.60-74, in part. p.61]. La lettera del 27 agosto 1720, trascritta in calce alla Vita nell’Orlandi del 1733 (Pellegrino Orlandi, L’Abecedario Pittorico, Napoli 1733, pagina non numerata), ripubblicata da De Dominici qualche anno dopo e di nuovo da von Freeden nel 1955, fornisce i termini dell’arrivo a destinazione dell’Aurora e della prima richiesta di un pendant. Nell’ottobre del 1720 Franz Lothar scrivendo a Solimena accetta la sua proposta di ricevere il pendant che sarà pronto solo nella Pasqua dell’anno successivo (P. Orlandi 1733: lettera del 23 ottobre 1720). Il 16 novembre 1720 il pittore descrive il soggetto del quadro che ha intenzione di inviare, come pendant, al committente (in Annette Hojer 2011 p.170). Queste le parole di Solimena: penso rappresentare Fetonte, che cerca ad Apollo suo padre guidare il Carro della Luce, per accompagnare, il Sole appresso l’Aurora. Il 2 aprile 1721 l’Elettore di Magonza scrive a Solimena che accetta il soggetto del pendant, La favola di Fetonte (P. Orlandi 1733). Nel settembre 1721 il pittore scrive di non aver ancora terminato il pendant perché preso da altri pressanti impegni (Max H.von Freeden 1955 II pp. 692 - 693 pubblica la lettera del 19 settembre 1721 di Francesco Solimena a Lothar Franz). Il 6 dicembre del 1721 Solimena scrivendo all’Elettore di Magonza ripete che non ha ancora terminato il secondo dipinto. E forse questo pendant non fu mai eseguito. Possiamo avere comunque un’idea della sua composizione dal disegno preparatorio di Solimena, raffigurante Apollo e Fetonte, conservato all’Albertina di Vienna (inv. n.24384) e pubblicato nel 2011 da Annette Hojer (A.Hojer 2011 pp.63 - 64 fig. 40).
Il soggetto del disegno preparatorio della collezione Briganti e quindi del primo dipinto commissionato dall’Elettore di Magonza, conservato a Pommersfelden, è la dea Aurora che va incontro al giorno. La dea è accudita e accompagnata dalle Ore, raffigurate con ali di farfalla. Le Ore sono le personificazioni della crescita, della fioritura e della maturazione delle stagioni, ma anche l’incarnazione di categorie etiche, come scrive Wolfgang Prohaska nel 1994 (in Settecento napoletano 1994 p.240), quali l’Equità, la Giustizia e la Pace. Aurora va incontro al giorno sul carro trainato dai cavalli. In basso a sinistra lo sposo Titone, immortale, ma ormai canuto, si leva dal giaciglio a mostrare il giorno che inizia. La zona in basso a destra della composizione, appena abbozzata nel disegno, è presente soltanto nel dipinto. Si vede la personificazione maschile del Sonno che scivola dal letto. Sopra di lui una figura femminile, a busto nudo, viene interpretata da Wolfgang Prohaska (Idem p.240) come una allegoria dell’Equità nel corso del tempo, mentre Fiorella Sricchia Santoro, nella nota alla biografia di Bernardo de Dominici (2008 p.1140 n.70), la identifica con la Fatica, citata dal De Dominici, figura che regge un libro aperto con la destra e una spada, forse, con la sinistra. Nel disegno preparatorio questa parte a destra è soltanto abbozzata e le due figure, appena visibili, possono essere lette, l’una come una prima idea dell’immagine femminile seminuda, Fatica o Equità, e l’altra, un viso appena accennato, come una primissima idea del Sonno, ancora ad uno stadio iniziale.


Laura Laureati
Aprile 2015