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Il ricordo di un giorno di febbraio del 1983 nell’archivio fotografico dell’RKD all’Aja (Den Haag)

Stavamo lavorando da un paio d’anni ad un libro poi uscito col titolo I Bamboccianti, pittori della vita quotidiana a Roma nel Seicento, ideato da Giuliano Briganti che dell’argomento si era occupato fin dal 1950 con diverse pubblicazioni. Alla fine della ricerca, quando ormai conoscevamo bene il materiale di studio, Giuliano ci propose di fare un viaggio in Olanda per vedere dal vero i quadri dei pittori olandesi, sia di quelli rimasti in patria che di quelli giunti nel Sei e Settecento a Roma. Era il nostro primo vero viaggio di studi all’estero e farlo insieme a Giuliano fu, per mille motivi, un’esperienza irripetibile e straordinaria. Durò una settimana: due giorni li passammo all’Aja nell’archivio fotografico del Rijksbureau voor Kunsthistorische Documentatie, detto familiarmente R.K.D., guidati dalla direttrice di allora, la dottoressa An Zwollo (1926-2014), studiosa e amica di Giuliano, morta esattamente un anno fa, il 6 aprile 2014.

Nato con il pretesto dei “bamboccianti”, il viaggio alla scoperta del paese da cui erano partiti (“pensate, un paese dove non c’è nemmeno una montagna” diceva Giuliano) fu bellissimo ed entusiasmante: Giuliano ci fece vedere tutto, ma proprio tutto, dai musei al quartiere a luci rosse di Amsterdam, dai ristoranti più eleganti al mare gelato di Volendam e al porto di Rotterdam, che lui trovava bellissimo. Niente fu tralasciato per appassionarci e stupirci. La compagnia era formata da Giuliano, noi due, Carlotta Melocchi, la segretaria di Giuliano, e Nicoletta Fiorucci, nostra amica e, allora, allieva. Ma quei due giorni all’archivio fotografico dell’RKD andammo solo noi tre. Dovevamo esaminare le cartelle fotografiche dei famosi Bamboccianti. Una delle prime cartelle fu proprio quella di Pieter van Laer detto il Bamboccio e trovammo, tra le altre fotografie, proprio questa Sosta di cavalieri, del museo dell’Ermitage (su rame, cm 38,5 x 49), che ci entusiasmò particolarmente: era un’opera giovanile di Van Laer e confermava quella opinione, nata dagli studi, che questi fosse stato in patria allievo di Esaias van de Velde, si fosse formato come paesaggista e come tale fosse giunto a Roma. Come fare per ricordare quel quadro e utilizzarlo poi, al ritorno a Roma, per scrivere qualche riga sull’argomento? Giuliano prese la penna e sul quaderno verde e nero degli appunti, ancora oggi conservato, si mise a disegnare, come faceva Cavalcaselle un secolo prima, il quadro dell’Ermitage. Se oggi voi qui nel SITO guardate il disegno e la foto del quadro potete giudicare l’abilità del maestro. Alla fine di quella giornata di studio, dopo aver sorbito diversi the nella splendida ed accogliente sala di ritrovo dell’RKD, An Zwollo regalò a Giuliano un esemplare della foto del quadro di Van Laer che noi non avremmo mai dimenticato. Il ricordo di quel posto ricco di materiale e accogliente è sempre rimasto nel nostro animo tanto che quando recentemente è capitato ad una di noi di conoscere uno studioso dell’RKD, Erik Löffler, gli abbiamo chiesto notizie della dottoressa Zwollo che, allora, era ancora viva. Abbiamo parlato anche a lui del nostro viaggio olandese e della splendida accoglienza dell’Istituto dell’Aja, uno dei luoghi di lavoro più armoniosi che noi ricordiamo.



(Laura Laureati e Ludovica Trezzani)

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