Giuliano Briganti
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Giorgio Morandi

Quando andai a vivere con Giuliano, nel 1973, Giuliano portò con se i libri, la sua collezione di disegni e due opere di Morandi. Io ero stata diseducata, non ricordo più come, a vedere Morandi. Il mondo che io frequentavo allora lo disprezzava e tra di noi si diceva che era un artista noioso. Questa certezza la portai con me a Via della Mercede. Così la luminosa natura morta di Morandi fu cambiata con un grattage di Max Ernst. (A cura di Luisa Laureati Briganti)


Mi sembra ieri quel giorno pieno di sole in cui correvo in bicicletta dalla stazione di Firenze alla casa di campagna sotto l’Impruneta dove, l’estate, abitavo con i miei, pedalando con furia per le strade bianche, più salite che discese, con un quadro di Morandi legato al manubrio. Me lo aveva consegnato lui stesso poche ore prima nel suo studio di via Fondazza e l’avevo pagato novecento lire, un prezzo di favore anche per allora. Era il 1941, avevo ventitrè anni e il quadro che portavo così trionfalmente (n. 244 del Catalogo Vitali) era una natura morta.

Giuliano Briganti, I paesaggi di Morandi, catalogo della mostra, Roma, Galleria dell’Oca, p. 7, ripubblicato in, Giorgio Morandi, catalogo della mostra, San Pietroburgo, Mosca, Bologna, Milano 1989.


Elenco delle lettere:

Grizzana, 15 agosto 1941
Bologna, 25 ottobre 1941
Bologna, 20 febbraio 1942
Grizzana, 18 agosto 1942
Bologna, 16 settembre 1942